Josh, |
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« Comunque tu non corri pericoli. Non c'è niente di cui ti devi preoccupare. Potresti anche camminare da queste parti in una notte buia alla cieca, senza pericolo di cadere nel pozzo. Anch'io, se stessi attaccata a te come adesso, non cadrei. » « Sei sicura? » « Sicurissima. » « Come fai a saperlo? » « Lo so. Lo so e basta. » Quando avvertì tutto il calore dell'abbraccio di lei, fu scosso da un brivido e rimase per qualche istante incapace di reagire. Non riusciva ad abbandonarsi completamente, tartassato da un improvviso senso di colpa, scaturito dal fatto che le aveva raccontato tutto. Non che esternare tutto ciò che gli era successo fosse un male, anzi: era la prima volta, dopo un lasso di tempo che gli era parso interminabile, che si apriva con qualcuno. Eppure non poteva fare a meno che immedesimarsi nei panni degli altri; il senso di colpa, quindi, era dovuto al suo aver scaricato su un'altra persona tutto ciò che aveva dentro. In fondo era proprio per questo motivo che aveva evitato a tutti i costi, per oltre un anno, qualsiasi contatto con gli esseri umani. Senza dubbio erroneamente.
Si rese conto, però, che ormai non era possibile tornare indietro ed evitare di farsi leggere i pensieri, e magari inventare una storiella come un'altra. E quando non puoi recuperare una situazione, tanto vale convivere con essa e alleviarne, per quanto possibile, i lati negativi. Si abbandonò quindi a quel gesto d'affetto, stringendo a sè il corpo minuto della ragazza. I suoi occhi era lucidi, e desiderava cacciare fuori una volta per tutte le lacrime che non attendevano altro che scendere copiose, ma si trattenne. Neanche quando aveva realizzato che i suoi familiari erano morti era stato capace di sfogare il suo dolore. In questo senso aveva la capacità di sapersi controllare, restando con la consapevolezza che la rabbia o il pianto avrebbero solo peggiorato ulteriormente le cose. In quel momento, mentre il suo volto si perdeva tra i capelli di lei, in cuor suo tutte le lacrime erano state versate, liberandolo di quel peso che per tutti quei mesi lo aveva afflitto. Non c'era bisogno di esternarlo: sapeva che era esattamente così, e questa era l'unica cosa degna di importanza. Forse in un altro momento avrebbe avuto da controbattere nel sentirsi definire puro, essendo convinto che la purezza non esiste in nessuna cosa, figurarsi in sè stesso. Ma non era quello il momento di mettersi a discutere sulla purezza d'animo. Grazie. Proferì con un filo di voce. Niente di superfluo: una parola capace di racchiudere in sè tutto ciò che sentiva il bisogno di dirle. Sciolse lentamente il nodo che legava i loro corpi, portando i suoi occhi a incontrarsi con quelli di Luna. O meglio, solo i due volti erano uno di fronte all'altro, in quanto Josh teneva lo sguardo rivolto verso il basso. Devi scusarmi, non volevo scaricare su di te tutto ciò che avevo dentro. Mi sono fatto prendere la mano senza rendermene conto. Disse infine, scuotendo leggermente la testa.
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