Lighting camminava lentamente, lo sguardo rivolto verso il cielo cupo.
La pioggia cadeva, bagnandole il viso scoperto, i capelli sciolti che ricadevano a ciocche sulla sua carnagione pallida. Tutto era silenzioso, si sentivano solo le gocce infrangersi al suolo. Era inverno e faceva freddo, ma Lighting non sembrava accorgersene, le sue braccia e le sue gambe erano nude, la giovane Condottiera era vestita solo di un paio di pantaloncini e una camicetta senza maniche. Gli stivali affondarono in una pozzanghera, mentre la giovane varcava un cancello di ferro scuro. Attorno a lei vi erano delle tombe, i vialetti alberati presentavano varie lapidi marmoree coperte di fiori. Un cimitero. I suoi genitori erano stati sepolti li, dopo il massacro per via del suo amichetto.
Bella roba. Che sciocca che sono.Non poteva fare a meno di pensarci, dopotutto certe cose non si possono cancellare, no? E' il solito stupido senso di colpa dei vivi, quelli che pensano "oh, sarebbe dovuto toccare a me" oppure "avrei potuto fare qualcosa" o ancora "se io non l'avessi conosciuto ciò non sarebbe successo". Sono pensieri che frullano nella mente dei superstiti, anche la causa della disgrazia sia una pioggia acida. Il superstite sarebbe comunque capace di pensare che se non avesse inquinato l'aria la pioggia acida non sarebbe arrivata e nessuno sarebbe morto. pensieri da debole, ecco cos'erano, ma infondo Light era una ragazzina, e piu di tanto non riusciva a essere impassibile. Abbassò lo sguardo verso i fiori che aveva in mano: un mazzo di fiori di campo raccolti da lei stessa poco prima che cominciasse la pioggia. Non era molto, ma dopotutto i morti sono morti ed era il pensiero che contava.
Scorse una figura in lontananza, ma non ci fece caso. Ormai era inzuppata, e la pelle d'oca ricopriva ogni centimetro della sua pelle ma lei non ci badava. Raggiunse la lapide che cercava, bianca come le altre, con scritti solo i nomi e le date dei suoi defunti genitori e con due cornicette contenenti le loro foto ingiallite dal tempo. Light poggiò i fiori ai piedi della lapide. Era la prima volta che li visitava da quando erano morti. Osservò i fiorellini. Si stavano gia rovinando, perdendo la loro bellezza. Non essendo una maga elementale non poteva di certo creare una pianta che germogliasse per sempre, ma poteva fare in modo che i fiori non perdessero la loro bellezza. Chiuse gli occhi e posò la sua mano destra sul mazzolino, che subito diventò nero come la pece, duro e brillante. Aveva fatto morire quei fiori, li aveva resi resistenti anche se li aveva privati dei loro colori. Dopotutto era un cimitero, no? Il nero stava bene. Rimase qualche minuto lì, ferma, a pensare, poi si alzò, mentre la pioggia continuava a cadere. Allontanandosi, riconobbe la figura vicino all'altra tomba: Sinner.
Fece un giro largo in modo da avvicinarsi frontalmente a lui, per farsi riconoiscere. Quando fu a una decina di metri da lui si fermò, osservandolo. Si sarebbe accorto di lei, non voleva disturbarlo mentre visitava la tomba di qualcuno evidentmente a lui caro.
Così anche tu hai un cuore eh? Non me l'aspettavo.Light scosse la testa, continuando a guardarlo.