Pioggia Rossa.

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Josh,
view post Posted on 12/1/2010, 20:04




Quando tutto attorno è buio
non c'è altro da fare che aspettare tranquilli
che gli occhi si abituino all'oscurità.


Dopo essersi catapultato al di fuori della finestra dell'infermeria si ritrovò nell'immenso giardino del castello, avvolto dalla pallida luce lunare, che a momenti sarebbe divenuta rosso sangue a causa dell'orario prossimo alla mezzanotte, e di conseguenza alla venticinquesima ora. Nessun rumore, se non quello causato dallo scrosciare dell'acqua che zampillava dalla maestosa fontana posta al centro di quel luogo. Un'atmosfera quasi surreale.
Se il Condottiero dell'Aymar non avesse conosciuto quel maniero come le sue tasche, comunque, probabilmente neanche si sarebbe reso conto di essere in un giardino. Non solo non riusciva a vedere chiaro nella sua mente, ovattata da un riaffiorare incessabile di ricordi, emozioni, paure, ma allo stesso tempo neppure riusciva a vedere ciò che lo circondava. Da emerito incosciente aveva deciso di scappare dall'infermeria immediatamente dopo essere uscito, per miracolo, dallo stato vegetativo in cui era sprofondato. Credeva forse che fuggendo la situazione sarebbe migliorata? Si sbagliava di grosso, visto che non faceva altro che peggiorare.
Sfruttando la sua velocità di Assassino, prese a muoversi con rapidi scatti verso quella che sembrava l'uscita del castello; o almeno era convinto che lo fosse. In effetti non riusciva a mettere a fuoco alcunchè, tanto da vedere lo stesso albero moltiplicato una decina di volte. Alla fine, comunque, riuscì nell'ardua impresa di uscire da quel posto.

[...]

Un cappuccio nero gli celava il volto, più di quanto non fosse già nascosto dall'oscurità che incombeva in quel luogo tetro, dove l'unica regina era la malinconia. La pioggia sembrava implacabile, quella sera; ma fortunatamente non era pesante e fastidiosa. Con passo lento e pesante varcò l'entrata principale del cimitero, lasciando che le scarpe affondassero nelle pozzanghere senza farsi troppi problemi. Almeno era riuscito a calmare i nervi, sebbene non del tutto; probabilmente qualsiasi incontro non desiderato avrebbe fatto scattare nuovamente la rotella della follia nella sua mente. Anche se non gli sarebbe dispiaciuto incontrare un bell'individuo appartenente alla Setta Oscura da trucidare con i suoi amati pugnali. Era per questo che si era nascosto in quel mantello: per non cadere nella tentazione.

Nella mano destra teneva stretto un fascio di fiori, tutti rigorosamente rossi. Solitamente è usanza portare fiori di colore bianco, ai defunti. Ma prima di tutto Sinner se ne fotteva delle tradizioni. Inoltre il rosso era il colore dei capelli di lei, lo stesso colore del sangue che aveva versato quella maledetta notte, lo stesso dei capelli, degli occhi e della fottuta armatura della forma demoniaca del condottiero.

Giunto nei pressi della tomba restò per alcuni minuti impalato di fronte ad essa, come incapace di agire. Quando si trovava lì davanti gli veniva sempre uno strettissimo nodo alla gola. Si decise infine a chinarsi, gettando via i fiori ormai appassiti, rimpiazzandoli con i nuovi. E come ogni volta, si inginocchiò proprio di fronte la lapide, allungando la mano verso il piccolo dipinto della ragazza incorniciato e impresso nella roccia, sfiorando l'immaginaria guancia di lei.





Edited by Josh, - 12/1/2010, 22:50
 
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~Revy;
view post Posted on 12/1/2010, 22:11





Condottiero Aymar
Lighting

Narrato - Parlato - Pensato - Altre voci

Lighting camminava lentamente, lo sguardo rivolto verso il cielo cupo.
La pioggia cadeva, bagnandole il viso scoperto, i capelli sciolti che ricadevano a ciocche sulla sua carnagione pallida. Tutto era silenzioso, si sentivano solo le gocce infrangersi al suolo. Era inverno e faceva freddo, ma Lighting non sembrava accorgersene, le sue braccia e le sue gambe erano nude, la giovane Condottiera era vestita solo di un paio di pantaloncini e una camicetta senza maniche. Gli stivali affondarono in una pozzanghera, mentre la giovane varcava un cancello di ferro scuro. Attorno a lei vi erano delle tombe, i vialetti alberati presentavano varie lapidi marmoree coperte di fiori. Un cimitero. I suoi genitori erano stati sepolti li, dopo il massacro per via del suo amichetto.
Bella roba. Che sciocca che sono.
Non poteva fare a meno di pensarci, dopotutto certe cose non si possono cancellare, no? E' il solito stupido senso di colpa dei vivi, quelli che pensano "oh, sarebbe dovuto toccare a me" oppure "avrei potuto fare qualcosa" o ancora "se io non l'avessi conosciuto ciò non sarebbe successo". Sono pensieri che frullano nella mente dei superstiti, anche la causa della disgrazia sia una pioggia acida. Il superstite sarebbe comunque capace di pensare che se non avesse inquinato l'aria la pioggia acida non sarebbe arrivata e nessuno sarebbe morto. pensieri da debole, ecco cos'erano, ma infondo Light era una ragazzina, e piu di tanto non riusciva a essere impassibile. Abbassò lo sguardo verso i fiori che aveva in mano: un mazzo di fiori di campo raccolti da lei stessa poco prima che cominciasse la pioggia. Non era molto, ma dopotutto i morti sono morti ed era il pensiero che contava.
Scorse una figura in lontananza, ma non ci fece caso. Ormai era inzuppata, e la pelle d'oca ricopriva ogni centimetro della sua pelle ma lei non ci badava. Raggiunse la lapide che cercava, bianca come le altre, con scritti solo i nomi e le date dei suoi defunti genitori e con due cornicette contenenti le loro foto ingiallite dal tempo. Light poggiò i fiori ai piedi della lapide. Era la prima volta che li visitava da quando erano morti. Osservò i fiorellini. Si stavano gia rovinando, perdendo la loro bellezza. Non essendo una maga elementale non poteva di certo creare una pianta che germogliasse per sempre, ma poteva fare in modo che i fiori non perdessero la loro bellezza. Chiuse gli occhi e posò la sua mano destra sul mazzolino, che subito diventò nero come la pece, duro e brillante. Aveva fatto morire quei fiori, li aveva resi resistenti anche se li aveva privati dei loro colori. Dopotutto era un cimitero, no? Il nero stava bene. Rimase qualche minuto lì, ferma, a pensare, poi si alzò, mentre la pioggia continuava a cadere. Allontanandosi, riconobbe la figura vicino all'altra tomba: Sinner.
Fece un giro largo in modo da avvicinarsi frontalmente a lui, per farsi riconoiscere. Quando fu a una decina di metri da lui si fermò, osservandolo. Si sarebbe accorto di lei, non voleva disturbarlo mentre visitava la tomba di qualcuno evidentmente a lui caro.
Così anche tu hai un cuore eh? Non me l'aspettavo.
Light scosse la testa, continuando a guardarlo.

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Josh,
view post Posted on 12/1/2010, 22:49




Le persone che sembrano squilibrate
a me sono tutte quelle che vanno in giro
per il mondo senza nessun problema.


L'equilibrio mentale che Sinner era riuscito a raggiungere, dopo il logorante tormento di cui era stato schiavo nelle ultime ore, venne improvvisamente spezzato. In realtà la linea che in quel momento nel corpo del demone separava la razionalità dallo squilibrio era sottilissima, quasi invisibile. E in effetti bastò poco a fargli perdere la ragione.
Inizialmente non badò molto a quel rumore di passi in lontanza, nonostante fosse amplificato a tal punto dall'acqua da divenire roboante nella sua testa ancora convalescente. Con un movimento maniacale del polso continuava ad asciugare con la manica l'acqua dal ritratto della ragazza; la pioggia, comunque, sembrava tornare a bagnarla quasi per dispetto.

A un certo punto il rumore di passi tornò a incombere. Il demone rimase coi sensi all'erta, e riuscì a realizzare che l'individuo in questione aveva fatto un largo giro intorno alla sua figura, per poi iniziare a camminare nella sua direzione. Come ho già spiegato precedentemente, Sinner perse quel poco di senno che gli era rimasto come residuo dello stato vegetativo da cui era appena uscito. Si immaginò ancora una volta quel bastardo della Setta Nera che si accostava per chiedergli informazioni, per poi combinare quel massacro. Senza neanche pensarci due volte, e senza vedere chi si trovasse effettivamente a una decina di metri da lui, lasciò che due dei suoi pugnali si slacciassero dalla cinta e volassero, grazie alla sua peculiarità, in direzione dell'ospite poco gradito.


 
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~Revy;
view post Posted on 13/1/2010, 14:42






Condottiero Aymar
Lighting

Narrato - Parlato - Pensato - Altre voci

A volte i pensieri possono influenzare le persone, fino al punto da non distinguerli più dalla realtà.
Lighting osservava Sinner, che pareva esersi ripreso dopo la battaglia ma aveva un'aria triste, diversa dal solito.
La ragazza si chiedeva cosa fosse successo, forse era troppo curiosa. Lui sembrava non essersi accorto della sua presenza, ma la giovane non osava avvicinarsi per non disturbarlo. All'improvviso però due pugnali affilati volarono a grande velocità verso di lei. Light spalancò gli occhi e la sua mano scattò fulminea all'elsa della spada, che portò davanti a se. I pugnali sbatterono contro la sua lama e caddero a terra, in un clangore metallico.
Light era sconcertata, ma si rese conto che il ragazzo doveva ancora esere sotto shock per via di ciò che gli era successo in battaglia, e quindi poteva non averla riconosciuta.
Senza avvicinarsi rinfoderò la spada con lentezza,mentre la pioggia continuava a cadere.
Sono Lighting.
Disse semplicemente. Non si aspettava di certo un accoglienza calorosa da quello strano individuo, ma voleva solo evitare che la attaccasse di nuovo.

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Josh,
view post Posted on 13/1/2010, 15:31




Il problema è che tu attaccavi sempre qualcosa
di te a tutte le persone che perdevi. Non avresti dovuto.
Avresti dovuto tenere qualcosa da parte per te,
invece di lasciarla andare via con il resto.
Così ti sei consumato a poco a poco.



Quando Sinner alzò lo sguardo per vedere se il suo attacco fosse andato a segno, udì un rumore metallico. I suoi pugnali avevano urtato contro qualcosa, segno che dovevano essere stati parati. Da quella distanza, comunque, non riusciva a distinguere bene i contorni dell'altra figura, un pò perchè aveva ancora la vista annebbiata, un pò perchè la luminosità in quel luogo scarseggiava. Era già pronto ad un eventuale contrattacco, quando l'altra persona parlò, rivelando la sua identità. Il demone strinse i denti, mentre tendeva un braccio in avanti per far tornare le armi al loro posto. Quella donna aveva l'innata capacità di trovarsi sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato. Com'era giunto a questa conclusione? Ripensando all'imbarazzante visita ricevuta dalla condottiera mentre era intento a lavarsi nelle acqua della cascata. Iniziò a credere che l'avesse pedinato, dopo che lui si era catapultato fuori dall'infermeria: e ciò lo mandò ancora più in bestia.
Ah già, sei Lighting! E' evidente che due semplici pugnali non sarebbero bastati a farti fuori.
Parlò alzando leggermente la voce più del dovuto, in modo da infrangere la distanza che li separava, considerando anche il fastidioso scrosciare della pioggia.
Avrei dovuto spedirtene una decina.
Il suo tono era ironico ma tagliente, freddo ma espressivo. Se c'era una cosa che sapeva fare bene, era usare le parole in maniera ambigua e lasciar trapelare il contrasto tra emozioni differenti. Proprio per questo appariva agli altri come un enigma irrisolto: non si riuscivano mai a capire le sue vere intenzioni.
Cosa c'è adesso? Ti aspettavi di nuovo di trovarmi nudo?
Si portò indietro il cappuccio, lasciando libera la fronte.

 
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~Revy;
view post Posted on 13/1/2010, 16:05






Condottiero Aymar
Lighting

Narrato - Parlato - Pensato - Altre voci

Quant'è sciocca la gente!
Quel Sinner pensava di irritarla o spaventarla con le sue frasi pungenti, ma ebbe l'effetto contrario. Lighting rise, ma non era ironica, rideva di gusto.
Certo che quello pensava sempre male.
Eh gia, forse anche cento. Ma non mi sembra il caso, no? E non avevo di certo intenzione di incontrarti, sono venuta qui solo per visitare una lapida, sai com'è, è un cimitero questo. Ero solo contenta di vederti ancora in vita, perciò mi sono avvicinata. Sai, abbiamo sofferto tutti quando sei stato in coma, dopo la battaglia. Ma ovviamente aspettarsi da te un segno di riconoscimento per l'esserti stato accanto mentre lottavi fra la vita e la morte è troppo. Mi spiace di averti disturbato. Ciao.
Non era arrabbiata, ne triste. Le sue parole erano dati di fatto. Nessun emozione trapelava, perchè non vi era emozione da far trapelare. Forse si era aspettata che il giovane suo compagno la trattasse con meno freddezza, ma era ovvio che una persona del genere non ne era capace. Avanzò verso di lui, gli passò accanto e tornò alla lapide dei suoi, che si trovava alle spalle del Condottiero. Rimase ferma a fissare le iscrizioni e i fiori neri.

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Josh,
view post Posted on 13/1/2010, 20:55




Come break me down
Bury me, bury me
I am finished with you.


Il volto del condottiero si paralizzò nell'udire la risata di lei, gli occhi rossi parvero quasi voler uscire dalle orbite in un'espressione contrariata. Quella donna era davvero coraggiosa a lanciare provocazioni a un individuo già folle di suo, ma il cui equilibrio era proprio in quel momento sull'orlo del baratro. E così avevano sofferto tutti nel vederlo combattere tra la vita e la morte; erano rimasti tutti trepidanti in attesa del suo risveglio. Un sogghigno gli si dipinse sul volto. Che stronzate! Nessuno si sarebbe mai preoccupato per un personaggio tanto scomodo quanto lui. Finchè restava in vita poteva essere un buon combattete da scagliare contro la Setta Oscura, ma una volta morto se lo sarebbero semplicemente tolto di torno. E nessuno, in un futuro remoto, si sarebbe alzato ad applaudire commosso nel sentire il racconto delle sue poco nobili gesta. Strinse con forza i pugni, sorbendosi dalla prima all'ultima parola quella specie di monologo che aveva tutta l'aria di essere un rimprovero implicito. Rimase fermo in quella posizione, mentre lei gli passava accanto per tornare ad osservare la lapide alle sue spalle. Qualsiasi piccola azione aveva il potere di fargli saltare i nervi; era evidente che avesse bisogno di riposo, se non voleva che il cervello si sciogliesse ad una massa informe. Di scatto si girò, poggiandosi sulle ginocchia, e le tirò il pugnale che aveva in mano, che andò a conficcarsi nella parte alta della lapide. Era evidente che non volesse colpirla. Non ancora, almeno.
Uccidimi, forza!
Le gridò con tutta la rabbia che aveva in corpo; la sua voce fece irruzione nell'atmosfera silenziosa come un fulmine a ciel sereno.
E seppelliscimi proprio qui, adesso. Così nessuno starà in pena.
Anche il pugnale che aveva nell'altra mano si scaglio con violenza in direzione di Lighting, stavolta mirando al braccio. Era completamente impazzito.




 
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~Revy;
view post Posted on 14/1/2010, 18:12






Condottiero Aymar
Lighting

Narrato - Parlato - Pensato - Altre voci

Il dolore può portare alla pazzia. Mentre lighting stava per andarsene un pugnale sfrecciò vicino a lei per andare a conficcarsi nella lapide. Era inginocchiato a terra, impazzito.
Le urlò di ucciderlo, di seppellirlo lì, in quel luogo, in quel momento. La ragazza, sconcertata, fece per ribattere, ma un secondo pugnale venne scagliato. Non se l'aspettava, cercò di scansarsi ma la lama penetrò a fondo nel suo avambraccio, sfiorando l'osso e sbucando con la punta dell'altro lato. La ragazza spalancò gli occhi ed emise una specie di singulto. Il sangue colava copioso dalla ferita, gocciolando a terra insieme alla pioggia, formando una pozzanghera di un rosso intenso.
Il giovane Sinner doveva proprio essere fuori di testa. Attaccare così un suo compagno, per di più di altro grado, non era la cosa migliore da fare. Lighting chiuse gli occhi e senza emettere nessun suono estrasse il pugnale dall'avambraccio sinistro, che poi rimase afflosciato lungo il suo fianco. Con lentezza, la ragazza si tolse la cintura, che legò attorno alla ferita, per fermare l'emorragia. Aveva ancora il pugnale nella mano destra. Lo lanciò piano, senza violenza, in modo da farlo cadere vicino a Sinner, poi guardò il Condottiero.
Non intendo macchiarmi del tuo sangue, se vuoi morire pensaci da solo.
La ferita le faceva male. Si voltò lentamente, cominciando a camminare. Un passo, un altro, un altro ancora. A quella velocità ci avrebbe meso ore ad arrivare al castello che distava dieci minuti. Ma era sconvolta.

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Josh,
view post Posted on 14/1/2010, 23:14




Nel pieno della vita
tutto ruotava attorno alla morte.


I muscoli facciali del condottiero si irrigidirono, mentre il pugnale centrava il bersaglio con molta semplicità. Si portò le mani tremanti tra i capelli, sforzandosi istericamente di respirare. Ansimava come se gli mancasse il fiato dopo aver corso per una decina di chilometri senza mai fermarsi. Non voleva questo. Non voleva ferire le persone; o meglio, non voleva ferire coloro i quali non c'entravano nulla con i suoi problemi. Eppure persisteva nel farlo. Qualche strano meccanismo continuava ad attivarsi dentro di lui, spingendolo a compiere gesti inconsulti. Dopo la maledetta notte che gli aveva stravolto l'esistenza, Sinner non faceva che diventare ogni giorno più squilibrato. Per questo desiderava ardentemente la morte: solo cadendo in quel baratro senza fondo avrebbe messo la parola fine alle sue e alle altrui sofferenze. Lighting si stava fasciando alla meno peggio, ma lui non se ne rese neanche conto. Aveva lanciato il pugnale con l'intento di provocarla, di forzarla a reagire e scagliarsi contro di lui; ciò che adesso lo irritava era il fatto che, nonostante si fosse lasciata trapassare dalla lama, non avesse neanche reagito. Raccolse il pugnale che gli era stato rilanciato, alzando infine lo sguardo e notando che si stava accingendo ad avviarsi al castello, alla velocità di una lumaca stanca. Si voltò un ultima volta verso il dipinto di Melissa, lasciando cadere per un attimo lo sguardo sui fiori rossi che le aveva appena portato. Infine, sfruttando anche la posizione in cui si trovava, fece leva sulle gambe e scattò in avanti in un movimento felino. A correre, almeno, era fin troppo bravo.
Non ho mai conosciuto una più stronza di te.
Disse, e lo pensava sul serio. Quell'aggettivo, comunque, se da un lato era interpretabile in maniera negativa, da un altro anche positivamente. La prese in braccio di peso, infischiandosene del fatto che magari lei poteva non essere d'accordo. Sfruttando la notevole velocità da Assassino, si mosse alla volta del castello.

 
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~Revy;
view post Posted on 15/2/2010, 16:32






Condottiero Aymar
Lighting

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A cosa pensava? Non lo sapeva bene. Non sentiva dolore, i sensi erano ottenebrati, camminava lenta.
In realtà a qualcosa pensava; si chiedeva cosa avesse spinto il giovane Sinner a quella sua sconsiderevole azione, ma sopratutto si domandava cosa l'aveva portata a non schivare quell'attacco davvero elementare. Insomma, era sopravvissuta ai draghi neri e non schivava un pugnale? Non se lo sapeva spiegare. Stava di fatto che il braccio perdeva sangue, creando una scia di rosso brillante che si mischiava alla pioggia dietro di lei. All'improvviso si sentì sollevare, Sinner la prese in braccio e corse verso il castello. Lo sentì dire che era una stronza. Gli sorrise, ma aveva mal di testa. Chissà, forse era ammalata...sospirò e si lasciò trasportare.

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9 replies since 12/1/2010, 20:04   298 views
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